È questo il “numero speciale” annuale di BALLET2000, che aggiunge un’uscita a quelle dei sei bimestri dell’anno. Ma apre l’anno nuovo con una sorta di retrospettiva degli eventi di quello trascorso; gli spettacoli più belli, i danzatori più in luce, le compagnie più importanti, i coreografi più creativi. Per ogni momento scelto dalla nostra redazione, un’immagine e un breve testo d’informazione o di commento.
di Leonetta Bentivoglio - Quanto ci resta idealmente di Pina Bausch (a 80 anni dalla nascita e a 10 dalla morte)? Il suo lascito è imponente e sono diversi i suoi titoli tuttora in scena con il “suo” Tanztheater Wuppertal o in compagnie internazionali, rimontati dai suoi vecchi interpreti. Ma già è innegabile il ruolo dirompente avuto da quest’autrice, che appartiene alla “famiglia” dei pochi formidabili creatori capaci di reinventare la scena nell’ultima parte del Novecento
Risale all’anno scorso l’anniversario dei dieci anni dalla scomparsa della coreografa tedesca Pina Bausch, avvenuta a fine giugno del 2019 nella città di Wuppertal, in Germania, dove lavorava dagli anni Settanta (era nata a Solingen nel 1940).
Molti dei suoi spettacoli rimangono per noi presenti e vivi, proposti nei teatri di tutto il mondo, senza arresti né crisi, dalla compagnia del Tanztheater Wuppertal, oggi diretta da Bettina Wagner-Bergelt. L’attuale organico del Tanztheater mescola ai “vecchi” performers nuovi danzatori, ovvero i numerosi giovani assorbiti dalla troupe durante l’ultimo decennio, che non hanno mai potuto, com’è ovvio, lavorare direttamente con la fondatrice. Eppure sono tali l’energia e il valore dell’opera in sé, che le opere del vasto repertorio Bausch risultano essere solide, potenti e trasmissibili da una generazione all’altra.