N. 286 - Aprile 2021

Brevi – notizie dal mondo della danza

La copertina :
Neumeier e la grande musica
Un fantasma di luce sull’abisso

Patrick Dupond, una stella si è spenta

Recensioni spettacoli :

Compagnia Chiasma
Balletto dell’Opera di Roma
Ballet de l’Opéra de Paris
The Royal Ballet, Londra
Teatro Massimo di Palermo
Ballet de l’Opéra de Lyon
Yvann Alexandre
Batsheva Dance Company
Balletto di Roma
Ballet du Capitole de Toulouse

Passi nella Storia
La nascita del Royal Ballet

Visti da vicino
Maurice Béjart

Nomi e leggende
La Camargo e Marie Sallé

Multimedia : TV, Web, Dvd, Cinema...


Editoriale

Teatro e schermo, i Dioscuri della danza
Castore e Polluce, chi erano costoro? Figli della stessa madre, di uno era padre Zeus, dell’altro un comune mortale. Quindi, uno destinato all’immortalità e all’Olimpo, l’altro al mondo sotterraneo dei defunti. Ma i due fratelli così non vollero e Zeus concesse loro di vivere alternandosi ogni giorno, uno nella luce e l’altro tra le ombre.
Così sta accadendo in questo nostro tempo inaudito anche ai due Dioscuri della danza, il teatro e lo schermo. Si alternano, secondo le regole dettate dall’alto: in teatro con gioia quando si può, anche con limitazioni, se no a casa a vedere spettacoli in streaming sul piccolo schermo.
Chissà quanto tempo durerà ancora tutto questo, ci chiediamo tutti, ma forse la risposta è: sempre. Perché, nel frattempo, non solo ci si sta abituando al più giovane dei due, lo schermo, ma addirittura si trova che abbia qualche vantaggio. Annzitutto, per gli artisti, c’è ovviamente la maggior diffusione (uno spettacolo via streaming ha molti più spettatori di quelli che siedono in un teatro per poche sere) e per il pubblico c’è la facilità di conoscere una quantità di spettacoli prima impensabile se non si era era ricchi e instancabili viaggiatori.
Non vale, per il momento e in teoria, l’obiezione che tutto questo riduce il lavoro creativo di coreografi, danzatori e compagnie; infatti uno spettacolo va pur creato, provato e danzato dal vero (e come se no?) per essere ripreso e “streamed” o live-streamed (cioé diffuso in mezzo mondo nel momento stesso in cui i danzatori si esibiscono sulla scena di un teatro vuoto, per provare a casa l’emozione della “prima”...)
L’emozione estetica, figuriamoci, non è quella viva del teatro, e il piacere tanto meno, ma l’osservazione sì, e la valutazione artistica pure, per chi “sappia vedere” un’interpretazione o un’opera coreografica sullo schermo come sulla scena.
BALLET2000 ha il compito di osservare quel che accade nel mondo della danza e di renderne conto con occhio minimamente critico. Dunque, pur con una stretta al cuore, dobbiamo fare di necessità virtù e ammettere che un’opera coreografica vista in streaming è per noi legittimo oggetto di osservazione, apprezzamento o critica. Come abbiamo sempre fatto, d’altronde, con i video, dvd e produzioni televisive.
Che cosa cambia, dunque, per la nostra rivista e per i suoi lettori? Dal punto di vista dei contenuti, testi e foto, poco o nulla; come sempre, si tratta del mondo della danza e del balletto, qual esso è in realtà a un momento dato. Con il vantaggio – consoliamoci così – di averlo tutto a portata di mano, viaggiando col nostro computer. In attesa, naturalmente, di poter anche andare a teatro. Ma attenzione a quell’ “anche”; forse qualcuno sceglierà lo schermo.

Alfio Agostini

Ballet2000 n. Aprile 2021

Silvia Azzoni e Aleksandr Ryabko: "Ghost Light"