Coreografi e stilisti, un passo a due... alla moda
Creatori di moda e creatori di danza si fanno la corte da almeno un secolo, i primi
per darsi un tono di nobiltà artistica, i secondi per brillare di celebrità riflessa.
Roger Salas, critico di danza ma anche di moda per il grande quotidiano spagnolo
“El País”, ci ricorda qui le danze vestite da Coco Chanel, Yves Saint Laurent,
Pierre Cardin, Gianni Versace, Giorgio Armani, Christian Lacroix, Valentino…
4 Cartellone – gli spettacoli di danza in Italia e in Europa
20 Brevi – notizie dal mondo della danza
30 La copertina: Coreografi e stilisti, un passo a due... alla
moda
36 Recensioni – gli spettacoli recenti:
43 A Cuba, è sempre Festival
46 La scuola del San Carlo di Napoli compie 200 anni
47 La pagina di Pigmalione: Giuseppe Carbone
48 Multimedia : Web, TV, cinema, Dvd, libri, mostre...
52 Cartellone: la danza in TV
54 Photo Gallery
Editoriale di Alfio Agostini
La copertina di questo numero, con Joaquín Cortés sfolgorante
nella “bata de cola” (la tradizionale gonna con strascico
di volants delle danzatrici di flamenco) interpretata al maschile
da Giorgio Armani, delizierà, speriamo, le molte e i molti fans del
famoso danzatore spagnolo, vera stella del flamenco moderno.
L’idea della copertina (che rimanda, come sempre, all’articolo
principale del numero) è però quella della collaborazione tra coreografi
e stilisti, che ha molti esempi importanti nella danza del
Novecento e che anche oggi continua a tentare entrambi, con motivazioni
più o meno artistiche, più o meno pubblicitarie. Roger
Salas, grande esperto di moda oltreché di balletto, ci dà un quadro
di questo strano passo a due moda/danza.
Come sempre, ci sono le notizie e le recensioni di spettacoli in
Italia e in tutta Europa e oltre, firmate da noti critici; punto forte e
caratterizzante di questa rivista la quale, per come si comportano i
giornali con la danza, resterà tra un po’ – e sia detto con tutt’altro che
compiacimento – l’ultimo luogo di esistenza della critica coreografica.
Si sa che Alicia Alonso e il Balletto Nazionale di Cuba sono
sempre oggetto di una nostra speciale attenzione; non potevamo
mancare al 23° Festival di Balletto dell’Avana, di cui ci rende conto
una “cubanofila” esperta come la nostra Elisa Vaccarino.
Poi, l’ormai consueta Pagina di Pigmalione, che questo mese è
Giuseppe Carbone e ci rivela un giovane italiano all’Opéra di Parigi.
La Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli ha compiuto
due secoli, con un gran gala di allievi ed ex-allievi.
Altra specialità di questa rivista è sempre stata l’interesse per i
nuovi media, la danza in Tv, in video, poi nel web... ed ecco le
pagine “Multimedia” con recensioni di dvd e informazioni sulla
danza in tutte le sue forme legate ai mezzi tecnici contemporanei.
Intanto, possiamo dire che la nuova formula dell’”Edizione Italia”
tutta in italiano, ormai separata (sia pure in gran parte con gli
stessi contenuti) dall’edizione internazionale di Ballet2000 in francese/
inglese, è stata in generale accolta con molto favore negli scorsi
mesi. Ed era prevedibile, trattandosi in pratica di un ampliamento
che, senza togliere nulla al panorama della danza mondiale (per il
quale la rivista evidentemente non ha rivali), dà più spazio all’attualità,
ai temi e agli artisti della danza in Italia.
Danza in Italia che, nella sua attività pratica, ha pur risentito
della famosa e realissima “crisi”, ma che continua a destare interesse
e passione nei giovani, oltre che nel suo pubblico di sempre.
E mi sembra davvero di poter affermare che Ballet2000/
BallettoOggi abbia una sua funzione non trascurabile in questa vera
e propria “resistenza”.
Ma questo numero della rivista è segnato da una nota triste;
triste specialmente per me, ma anche per tutti gli Italiani “nati alla
danza” con la Maratona d’estate su RaiUno, nel corso di molti anni
tra i ‘70 e i ‘90: l’annuncio della scomparsa di Vittoria Ottolenghi,
amica, sostenitrice e collaboratrice di BallettoOggi fin dal primissimo
numero, nel 1980.